Spiagge, emergenza rifiuti. Legambiente scende in campo

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Secondo l’indagine Beach Litter 2017 di Legambiente, per ogni 100 metri lineari della nostra costa si contano 670 rifiuti

Sulle spiagge italiane è emergenza rifiuti. Secondo l’indagine Beach Litter 2017 di Legambiente, condotta ad aprile e maggio 2017 in 62 punti del litorale italiano, per ogni 100 metri lineari della nostra costa si contano 670 rifiuti. L’associazione ambientalista anche quest’anno organizza e promuove l’iniziatva Spiagge e fondali Puliti – Clean up the Med, dedicata alla pulizia degli arenili e dei fondali in Italia e in tutto il Mediterraneo.

Dal 26 al 28 maggio Legambiente scende quindi nuovamente in campo per ripulire altre 200 spiagge italiane. Soprattutto dalla plastica. Perché al 1° posto della classifica dei materiali trovati sugli arenili si trova proprio la plastica (84%), seguita da vetro e ceramica (4,4%), metallo (4%), carta e cartone (3%).

La lista degli oggetti abbandonati vede poi al 1° posto frammenti di reti per la coltivazione dei mitili (11%, quasi tutti trovati sulla spiaggia pugliese di Isola Varano, nel comune di Ischitella), tappi e coperchi (9,6%), pezzi di oggetti di plastica (9,3%) minori di 50 centimetri, mozziconi di sigaretta (8,5%), bottiglie e contenitori di plastica per bevande (7,7%), cotton fioc (6,1%). E, ancora, stoviglie usa e getta (4,4%), polistirolo (4,4%), bottiglie e contenitori di plastica non per bevande (2,9%), altri oggetti di plastica (2,8%). A seguire, sacchetti, shopper e buste.

Ciò che accomuna questi oggetti, oltre al materiale, è il fatto che siano stati concepiti come ‘usa e getta’, un’abitudine di consumo che contribuisce a generare marine litter (spazzatura marina) e costa all’Ue 477 milioni di euro l’anno.

Limitare i danni non sarebbe così difficile, riporta la Repubblica. Al momento l’Europa sta discutendo il pacchetto mirato ad abbattere la quantità di oggetti destinati alla discarica e aumentare quelli che tornano nel circuito di produzione. Un processo che, oltre a far bene all’ambiente, può creare 580 mila posti di lavoro.