In Italia ci sono 1700 stazioni e linee ferroviarie dismesse. Per ora le Ferrovie dello Stato ne hanno assegnate 345 a Comuni e associazioni che ne hanno fatta richiesta per realizzare progetti di utilità sociale. Ma ci sono anche le stazioni convertite al turismo, come l’ex scalo di Isola delle Femmine, in Sicilia, ora sede di Addiopizzo travel, un’agenzia di viaggi che collabora con hotel, ristoranti e ditte di trasporto che hanno rifiutato il ricatto mafioso. “Il 70 % dei nostri clienti – spiega Dario Riccobono, di Addiopizzo Travel – sono le scuole del nord – Il resto sono stranieri, soprattutto francesi, tedeschi, norvegesi”. E il fatturato dell’agenzia è in netta crescita, dai 150 mila euro nel 2012 si è passati ai 400 mila nel 2014.
La lista è lunga: oltre ad Addiopizzo Travel, a Codola, nel salernitano, una stazione è stata trasformata in ostello gestito dalla onlus Desy, che ha preso in comodato d’uso altre stanze anche a Montoro, in Irpinia, e un casello in provincia di Pavia. Nella stazione di Porto Empedocle, chiusa dal ’94, l’associazione Ferrovie Kaos ha risistemato i vecchi vagoni e ora organizza tour attraverso gli antichi binari della valle dei Templi. A Roccalumera, fra Messina e Catania, nella ex sala d’aspetto ora c’è la casa-museo dedicata a Salvatore Quasimodo, mentre negli ex locali della stazione di Anguillara, sul lago di Bracciano, si fa ecoturismo con escursioni a piedi, a cavallo o in bicicletta in tutta l’Etruria. Ed è attivo anche un servizio di bookcrossing.