Dal 2022 Airbnb attiverà la raccolta in forma digitale dell’imposta di soggiorno in tutta Italia, occupandosi direttamente del versamento per gli affitti brevi per gli host e i comuni che ne faranno richiesta.
In tal senso va l’accordo siglato con Anci al fine di raggiungere e informare oltre 1.100 enti locali (tra comuni, unioni di comuni e province autonome) che hanno finora istituito l’imposta.
Nel frattempo una novità importante potrebbe arrivare dalla legge di bilancio 2020 ora all’esame del Parlamento. L’articolo 121 del disegno della legge di bilancio 2022 per «le esigenze di contrasto all’evasione fiscale e contributiva» rende la banca dati delle strutture ricettive «accessibile all’amministrazione finanziaria degli enti creditori per le finalità istituzionali».
La banca dati contenente i dati delle presenze nelle strutture ricettive, istituita nel 2019, finora era accessibile da parte dei comuni solo esigenze di pubblica sicurezza. Ora però il cambio di rotta del governo, che vuole allargare la disponibilità dei dati anche all’Agenzia delle entrate, con l’obiettivo di poter effettuare le necessarie verifiche proprio sulla tassa di soggiorno.