Tassa rifiuti, gli alberghi pagano il 220% in più rispetto al 2010. La conferma arriva dal rapporto presentato ieri da Confcommercio Tassa Rifiuti, azioni e proposte. L’indagine, condotta sui dati di Istat e Corte dei Conti, mostra che a fronte di una diminuzione della produzione di rifiuti di 4,2 milioni di tonnellate, negli ultimi cinque anni la Tari, la tariffa di competenza comunale, è aumentata sensibilmente. Ma per alcuni esercizi l’avverbio ‘sensibilmente’ è un eufemismo. Campeggi e pensioni nel quinquennio hanno visto aumenti tra il 100 e il 110%, e se si considerano gli alberghi con ristoranti l’aumento è del 220%.
Livelli ‘astronomici’ per bar e pasticcerie (320%), ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie e pub (480%), pizze al taglio (650%) e discoteche (690%). Si potrebbe dire: colpa del packaging ingombrante, degli avanzi e dei crescenti costi che devono affrontare i comuni. Ma secondo Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, “È assolutamente necessario applicare con più rigore il criterio dei fabbisogni e dei costi standard per evitare che le imprese sopportino carichi fiscali eccessivi”. Anche perché, riporta il Giornale, “questo livello di pressione fiscale e di costi sulle imprese impedisce al Paese di crescere a ritmi sostenuti”.
Esistono poi divari tra i territori, e ci sono casi di comuni limitrofi in cui la spesa per la gestione di rifiuti, a parità di quantità e di qualità del servizio, arriva al 900%.