Si è tenuta ieri a Miami la 71a assemblea generale della Iata, l’International Air Transport Association, alla presenza di oltre 1000 delegati.
A tenere banco è stata la querelle tra le tre principali compagnie americane (American Airlines, Delta e United Airlines) contro le tre compagnie del Golfo Persico (Emirates, Etihad e Qatar Airways).
Le prime avevano presentato nei giorni precedenti all’assemblea un dossier alla Casa Bianca per dimostrare che le tre compagnie della penisola arabica in realtà fossero aziende statali mascherate da private e quindi tenute in piedi da aiuti di Stato, falsando la concorrenza. In particolare l’accusa è di aver ricevuto 42 miliardi di dollari di aiuti statali, violando in questo modo l’Open Sky Agreement
Come risposta, nel corso dell’assemblea, ha preso la parola il Ceo di Qatar Airways, Akbar Al Baker, facendo appello all’associazione affinché venga scritta la parola fine sulle politiche protezionistiche delle compagnie Usa, minacciando di lasciare l’associazione se non verranno presi provvedimenti. “Qualunque freno all’accesso al libero mercato e agli accordi di liberalizzazione dei cieli – ha spiegato – si riverbera in tutto il mondo e porta inevitabilmente al protezionismo commerciale”.
All’accusa ha prontamente risposto il Ceo di American Airlines Doug Parker, secondo cui: “Il vero problema è quello di competere ad armi pari tra compagnie aeree e non contro degli Stati sovrani”.
Ecumenica invece la posizione di Iata al riguardo. Secondo il dg dell’associazione, Tony Tyler: “Non è un mistero che ci siano delle tensioni nella nostra industria, ma non è questo il campo di battaglia in cui può essere raggiunto un accordo, dato che a Iata non è stato dato alcun mandato per dirimere la questione”.
Resa dei conti per ora rimandata, dunque, ma se ne continuerà a parlare. Potete trovare la cronaca completa della discussione in questo articolo di Aviation Week