“Il sistema termale italiano è pronto a riprendere la strada della crescita , ma ha bisogno di certezze e garanzie normative minime ed interventi a costo zero utili a sbloccare l’economia, soprattutto attraverso il rilancio degli investimenti e della capacità competitiva delle imprese termali”: parole di Costanzo Jannotti Pecci, Presidente di Federterme/Confindustria, in occasione nel corso della presentazione del Rapporto sul settore termale 2014. “Le terme italiane sono un patrimonio naturale ed imprenditoriale unico e specifico dei territori, da far conoscere meglio, da preservare e valorizzare in maniera integrata, per la salute ed il benessere delle persone, per concorrere a riprendere la strada della crescita, per lasciarsi alle spalle troppi mesi di sofferenze dovute ai morsi di una crisi economica che si è trascinata troppo a lungo; ci attende un percorso lungo ed impegnativo che richiede il concorso e la partecipazione motivati di tutte le risorse del sistema termale. È necessario consolidare il sistema di welfare termale italiano, noto ed universalmente apprezzato perché garantisce e sostiene il suo permanente riferimento e fondamento nella ricerca scientifica termale”.
Le terme in Italia sono comunque una realtà solida, nonostante le criticità: gli stabilimenti sono ben 380 distribuiti in tutta la penisola (solo il Molise ne è sprovvisto di Terme), generano 750 milioni di euro di valore della produzione totale e accolgono oltre 3 milioni di arrivi l’anno, di cui 900 mila stranieri. Insomma, ci sono tutti i numeri per ripartire alla grande, ma qualche “aiuto” non farebbe male. In particolare, il settore auspica la ridefinizione dei tagli che la spending review ha attuato nelle prestazioni del welfare pubblico da parte di Inps e di Inail, che hanno ridotto i pagamenti, e lo sviluppo e l’applicazione della legge di riassetto termale per la valorizzazione integrata delle risorse termali con quelle dei territori per iniziative di destagionalizzazione.