Fedarlinea lancia un appello alla rimotorizzazione delle flotte. Secondo l’associazione italiana di cabotaggio nazionale, infatti, l’Italia soffre di un ritardo nel contenimento delle emissioni industriali inquinanti, contenimento che porterebbe a utilizzare per le imbarcazioni adibite al trasporto delle merci e dei passeggeri i cosiddetti combustibili alternativi, primo tra tutto il gas naturale liquefatto, LNG, con un grande vantaggio per il portafogli. Per dare un’idea delle cifre, il costo del carburante rappresenta il 60-70% dei costi complessivi sostenuti per l’esercizio delle tratte marittime. In base ad alcuni studi internazionali, l’utilizzo del gas naturale come combustibile rappresenta la più efficace strategia di adeguamento, per qualità e quantità, agli obiettivi del 2015 approvati dalla Commissione Ambiente del Parlamento europeo in materia di riduzione delle emissioni di Co2. Come fanno notare in Fedarlinea, però, “Attualmente non è prevista nella legislazione nazionale la possibilità di utilizzare LNG come combustibile di unità navali impiegate nel trasporto marittimo, nonostante esistano diverse normative internazionali di riferimento”. Ma la non va così in tutta Europa: in Germania il governo sta sovvenzionando diversi progetto per l’utilizzo di fonti di energia alternative e lo stesso succede in Norvegia, Svezia, Polonia, Francia e Danimarca. L’Italia sta partecipando ad alcune iniziative di studio grazie al contributo di Fincantieri, coinvolto nei progetto BESST – Breaktrhrough in European Ship and Ship Building Technologies, volto all’ingegnerizzazione di sistemi dual fuel e alla progettazione di navi passeggeri e ferry con serbatoi gas verticali.