Trenitalia dice addio al Salento, e le polemiche continuano. Dal 15 gennaio i treni Frecciarossa non raggiungono più Brindisi e Lecce, e non si spegne la polemica sulla decisione di Trenitalia di spostare l’approdo del treno AV in partenza da Milano alla sola Bari. Secondo Trenitalia, nei setti mesi di sperimentazione il servizio prolungato fino al Salento non è risultato economicamente vantaggioso, e trattandosi di servizio a mercato che si regge sui ricavi senza l’appoggio di finanziamenti statali o regionali, non può essere mantenuto. Ma c’è chi non è d’accordo. Come Paolo Perrone, sindaco di Lecce, secondo il quale si tratta di “un colpo basso per il Salento”, e per Antonio Trevisi, componente regionale della commissione Trasporti, “La scarsa utenza del treno Frecciarossa da Bari al Salento e viceversa, è solo una scusa. Se si crede seriamente in un servizio si investe in modo adeguato”. Trevisi punta il dito contro gli elevati costi del biglietto, la presenza di un solo treno a percorrere la tratta e orari (partenza 6 del mattino e arrivo a mezzanotte) che ne hanno reso difficoltoso l’utilizzo ai residenti delle province di Milano, e ai salentini sprovvisti di un alloggio milanese per passare la notte. Inoltre, lo stato tecnico della linea adriatica, troppo lenta, ha portato gli utenti a scegliere il più economico Frecciabianca, con un tempo di percorrenza più lento di un’ora soltanto.
Alle polemiche risponde però il presidente della Regione Michele Emiliano: “Se da Lecce pochi prendono questo treno, le Ferrovie perdono troppi soldi. Li paghiamo noi pugliesi?”. D’altro canto le ragioni di mercato, a quanto riportano fonti stampa nazionale e locale, non convincono nemmeno alcuni parlamentari salentini, che parlano di un collegamento che in estate ha fatto sempre il tutto esaurito. Tanto che in un’interrogazione al ministro dei Trasporti, Graziano Del Rio, chiedono i motivi “di questo assurdo scippo al Salento e alla Puglia”.