Il Tar del Lazio ha annullato la multa di 500mila euro comminata dall’Antitrust a Tripadvisor lo scorso 22 dicembre. L’autorità garante per le comunicazioni aveva infatti ravvisato la scorrettezza delle pratiche commerciali poste in essere dal portale di recensioni e, oltre alla multa, aveva proibito la continuazione di campagne pubblicitarie dello stesso tenore.
Tripadvisor si era limitato ad esprimere il suo disaccordo con la decisione e a fare ricorso nei termini di legge. E ieri i due ricorsi amministrativi proposti da Tripadvisor Italy e Tripadvisor LLC sono stati accolti. “Tripadvisor – si legge nella sentenza – non ha mai asserito che tutte le recensioni sono vere, richiamando anzi l’impossibilità di controllo capillare e invitando a considerare le ‘tendenze’ delle recensioni e non i singoli apporti”.
E ancora: “Non si rileva alcun messaggio ingannevole, in quanto Tripadvisor esplicitamente nel sito evidenzia che non è in grado di verificare i fatti (e quindi la veridicità o meno) delle recensioni, che queste costituiscono mere opinioni degli utenti e che l’affidabilità del messaggio deriva dall’esame di un numero elevato di recensioni per la stessa struttura”, e “non essendo possibile verificare i fatti riconducibili ai milioni di recensioni, non si comprende quale nocumento per il consumatore abbia rilevato l’Autorità nelle sua valutazioni conclusive”.
Di conseguenza i due ricorsi sono stati accolti e le sanzioni sono state annullate. Inoltre Tripadvisor è ora nuovamente legittimata a utilizzare i messaggi pubblicitari contestati. La sentenza integrale che ribalta punto per punto quella di primo grado è disponibile a questo link
Mastica amaro Federalberghi che per prima aveva presentato il ricorso al Garante e che in una nota spiega: “La sentenza conferma l’esistenza di un serio problema, in relazione al quale TripAdvisor, all’ombra di una legislazione lacunosa, continua inspiegabilmente a rifiutarsi di apportare correttivi, che con un minimo sforzo migliorerebbero di molto l’affidabilità del ‘gufo’. Ne è prova l’ennesimo caso eclatante registrato pochi giorni fa, in cui un ristorante in provincia di brescia, ma nei fatti inesistente, ha scalato le vette della classifica raggiungendo in un mese il primo posto grazie ad una decina di recensioni taroccate. Questa vicenda ha tuttavia il merito di aver rivolto al pubblico un messaggio forte e chiaro: l’invito esplicito a non prendere per oro colato tutto ciò che circola in rete, che purtroppo viene spesso inquinato da furbetti e mascalzoni che si nascondono dietro lo schermo dell’anonimato”.
Su Twitter il direttore di Federalberghi Alessandro Nucara aggiunge che “Il TAR conferma l’esistenza delle recensioni false. Ma poi si disinteressa del problema”.