A pochi mesi dalla strage del Bardo, la Tunisia è di nuovo sotto attacco. Ed è nuovamente strage, ancora più cruenta nei numeri rispetto a quella di marzo. Secondo quanto riferito dal portavoce del ministero dell’Interno di Tunisi, Mohamed Ali Aroui, due uomini armati di kalashnikov hanno assaltato la hall e la spiaggia del Riu Imperial Marhaba Hotel di Port El Kantaoui, a pochi chilometri da Sousse. Anche un altro hotel, il Port El Kantaoui, sarebbe stato oggetto dell’assalto. Nel corso della sparatoria aperta poi contro gli uomini della sicurezza, uno dei due componenti del commando è stato ucciso, l’altro catturato dopo una caccia durata alcune ore. Le vittime dell’attentato sono almeno 37, le persone ferite 36, fra queste anche diversi turisti stranieri. Altri turisti si sarebbero salvati barricandosi nelle camere del complesso alberghiero. Secondo le prime testimonianze raccolte, gli attentatori sarebbero arrivati a bordo di un gommone. In spiaggia c’erano turisti prevalentemente europei, in particolare tedeschi, inglesi, belgi, italiani e anche russi.
Sousse, situata sulla costa centro-orientale tunisina, e’ capoluogo del governatorato omonimo, terza citta’ tunisina per popolazione, uno dei poli turistici piu’ importanti del Paese e la sua Medina e’ stato inserito nel Patrimonio dell’Umanita’ dall’Unesco.
“Una vera catastrofe” è stato il commento del ministro tunisino del Turismo, Selma Elloumi. La Elloumi ha invitato i tunisini a “rimanere uniti”.
Il presidente tunisino Beji Caid Essebsi ha rivolto un appello alla comunità internazionale: “Nello stesso giorno e nella stessa ora, sia la Francia che il Kuwait sono stati bersaglio di un attentato simile. E’ la prova che occorre una strategia globale e che tutti i paesi democratici devono unire le loro forze”.
Il governo di Tunisi come primo provvedimento ha deciso per la chiusura di 80 moschee che operano al di fuori del controllo statale e sono accusate di incitare alla violenza.
Risulta intanto in via di sospensione la campagna “Tunisia, io ci vado” con cui l’ente del turismo stava promuovendo in Italia la destinazione.
Riu Hotels, proprietaria di uno dei due resort in cui è avvenuto l’attentato, fa sapere dal suo sito web che è impegnata nel garantire la sicurezza dei superstiti in collaborazione con le autorità tunisine. Tra questi ci sono 13 feriti non in pericolo di vita. E’ stato istituito un team per garantire supporto psicologico e sono stati contattati i tour operator coinvolti per coordinare le richieste di rientro degli ospiti.
La reazione dei tour operator britannici, i cui turisti sono stati tra i più colpiti con 8 morti accertati, è stata immediata: Thomson e First Choice hanno inviato 10 voli in Tunisia per rimpatriare 1000 ospiti e cancellato tutte le partenze previste per la destinazione la prossima settimana. Easyjet e Thomas Cook permettono a chi era in procinto di partire per la Tunisia di cambiare i loro piani senza costi aggiuntivi.
Anche Tui ha comunicato che i turisti che hanno prenotato la Tunisia per quest’estate possono cancellare o riprenotare senza penali. Inoltre organizzerà voli speciali per quanti vogliono rientrare dal paese.
Una decisioni a cui si sono accodati tutti i tour operator tedeschi.
Tra i tour operator italiani Eden Viaggi ha messo a disposizione un numero di telefono h24, lo 0721-442390, per informazioni sulle partenza con destinazione Tunisia.
Anche Alpitour scrive su Twitter che per info sulle partenze è a disposizione il call center 011-19690202
Intanto, in un’intervista all’Agi, il presidente uscente della Fiavet Fortunato Giovannoni afferma: “Dopo ciò che è accaduto oggi non consiglieremo più i viaggi in Tunisia, per noi la sicurezza dei clienti deve essere massima”.
Non arriva invece lo ‘sconsiglio’ dalla Farnesina, che attraverso il portale viaggiaresicuri.it si limita a suggerire di evitare la zona degli attentati, raccomandando ai connazionali di “esercitare la massima prudenza e attenersi alle indicazioni delle autorità locali. In caso di urgente necessità, contattare Ambasciata d’Italia a Tunisi allo 0021698301496 o Sala Operativa dell’Unità di Crisi allo 06 36225”.