Più di 2000 iscritti, e 100 tavoli in altrettante località. Tutti insieme per un unico obiettivo: scrivere il ‘programma’ del turismo in casa e proporre un patto per la sostenibilità alla politica. Dicendo sì al codice identificativo unico anti-abusivi e chiedendo meno burocrazia.

Il popolo di Airbnb si è radunato oggi per le sue ‘primarie’ – 100 case 100 idee, il primo evento partecipativo diffuso sull’ospitalità – rivendicando il proprio diritto alla rappresentanza e a diventare un interlocutore stabile di governo e amministrazioni pubbliche. Numerosi gli Assessori al turismo che hanno accolto l’invito della community al confronto sui temi nelle diverse città.

Airbnb in Italia e identikit dell’host

Il fenomeno del turismo in casa è ormai ampiamente diffuso in Italia. Solo su Airbnb si contano infatti circa 200mila host registrati che riescono a vivere di turismo e 450mila annunci. Negli ultimi 12 mesi sono stati 11 milioni i viaggiatori che da tutto il mondo hanno soggiornato in Italia con Airbnb (+19%), con una permanenza media di 3,6 giorni. L’host ‘tipo’ ha in media 47 anni, è donna (54%) e ospita in prevalenza viaggiatori stranieri (78% contro il 22% di italiani), soprattutto americani (15%) e francesi (10%). 8 volte su 10 ha ricevuto il massimo dei voti nelle recensioni.

“Un evento partecipativo grande e diffuso come questo non credo si sia mai visto nel nostro Paese. Dobbiamo essere grati ai partecipanti per la loro voglia di confrontarsi e costruire insieme un futuro migliore per l’ospitalità in Italia. Ha dichiarato Giacomo Trovato, Country Manager di Airbnb Italia. Solo nel nostro Paese, negli ultimi 3 anni i pernottamenti di turisti internazionali sono cresciuti di 24 milioni: se è stato possibile sostenere questa crescita, è anche grazie al turismo in casa. In questo contesto, gli host sono coinvolti in prima persona come ambasciatori del territorio, e oggi si impegnano per portare un messaggio fatto di proposte per tracciare la rotta verso un futuro dell’ospitalità più sostenibile e più responsabile”.

Le proposte per il Manifesto

Molti gli spunti emersi oggi dai tavoli di confronto nelle diverse città italiane. In evidenza la necessità di promuovere pratiche più rispettose dell’ambiente. Gli host hanno espresso inoltre un sì convinto nei confronti dei pagamenti digitali e per l’adozione di un codice identificativo unico per la ricettività come previsto dalla normativa, unito però ad una svolta in tema di semplificazione delle regole.

Il programma frutto dei lavori della giornata diventerà la base per un una serie di iniziative:

  1. Il Manifesto per il Governo. Si tratta di un documento programmatico, che fisserà i principi dell’impegno della community per un’ospitalità in casa responsabile perché rispettosa delle regole, sostenibile, e attenta all’ambiente e agli abitanti. Il manifesto sarà il punto di partenza per elaborare proposte insieme alle istituzioni e ai cittadini, su scala sia nazionale sia locale.
  2. Le proposte concrete per le città. Formulare delle idee per piccoli cambiamenti concreti ed attuabili da subito, da rivolgere alle istituzioni locali, regionali o nazionali. Le proposte più votate saranno inviate alle istituzioni competenti, affinché si possano sviluppare insieme delle soluzioni.