Il valore di uno chef si misura anche… in chilometri. E’ sempre più consistente il popolo di chi, infatti, è disposto ad accollarsi lunghi viaggi, il cosiddetto turismo gastronomico, pur di sedersi alle tavole di Massimo Bottura, Heinz Beck, Max Alajmo, Nadia Santini, Carlo Cracco, Bruno Barbieri ed Antonino Cannavacciuolo. Insomma, per entrare in uno dei 334 i ristoranti “stellati Michelin” in Italia nel 2016. A calcolare il valore degli chef fenomeno e quello del “Taste Tourism” è una ricerca di Jfc, società specializzata in indagini sul turismo, secondo cui per i ristoranti stellati Michelin presenti in Italia si stima un fatturato indotto complessivo sul territorio di 282 milioni di euro. E, come riporta l’Ansa, di questi la maggioranza è data dalla spesa dei turisti stranieri, che da soli contribuiscono per 208 milioni contro i 74 milioni della clientela italiana. “Infatti – spiega Massimo Feruzzi, responsabile di Jfc – se la media nazionale di fatturato dei ristoranti stellati italiani è pari a 775 mila euro, la media di quanto genera in termini di valore indotto sul territorio ogni singolo ristorante è pari a 844 mila euro, quindi superiore al proprio fatturato”.
Come media nazionale ogni ristoratore stellato ha 6.318 clienti all’anno e dalla ricerca emerge che, di questi, coloro che soggiornano nella destinazione sono 1.015 stranieri e 870 italiani. “E’ interessante valutare – continua Feruzzi – quanti sono, in sostanza, i pernottamenti che producono i clienti dei ristoranti stellati italiani: a tal proposito la nostra ricerca indica un soggiorno medio di 1,2 notti per i clienti italiani e 1,7 notti per i clienti stranieri. Pertanto, complessivamente, ogni ristorante genera sul territorio ben 2.770 pernottamenti annui”.
Ma da dove provengono i clienti dei ristoranti stellati Michelin? Per quanto riguarda l’Italia, la maggior parte di clientela è residente in Lombardia, poi in Piemonte ed a seguire in Emilia Romagna: queste tre regioni generano il 28,5% del totale della clientela italiana dei ristoranti stellati nazionali. Sono invece americani i principali “fan” stranieri della cucina stellata italiana (rappresentano il 21% sul totale della clientela straniera), seguiti da quelli inglesi (14,2%), dai francesi (9,2%) e dai giapponesi (8,2%). Ancora: i clienti cinesi (6,9%), quelli belgi (6,6%), gli svizzeri (5,8%), i clienti provenienti dai Paesi Scandinavi (5,2%) e dalla Germania (4,5%).