Potrebbero essere le favelas a risolvere il problema della ricettività brasiliana in vista dei Mondiali di calcio. Se tutto va come deve andare, nella sola Rio de Janeiro durante la kermesse arriveranno più di 300 mila persone. Ma la ricettività cittadina, come sostiene l’Associazione brasiliana dell’industria alberghiera, ammonta a 100 mila posti letto, peraltro a prezzi medi di circa 300 euro a notte. Come risolvere i gap tra domanda e offerta? Un suggerimento viene dalla giornata mondiale della gioventù del 2013, quando la micro imprenditorialità delle favelas riuscì a mettere a disposizione migliaia e migliaia di posti letto. Ma chi vuole andare a dormire in una favela? Innanzitutto, bisogna aggiornare il cliché e guardare ai numeri. Le favelas (a proposito, ormai si chiamano “comunitades”, comunità) sono realtà destinate a dominare il futuro demografico del Paese. Come riporta La Stampa, nella sola Rio ce ne sono più di 1.000 e danno rifucio a circa la metà della popolazione carioca. E non pensate, necessariamente, a un popolo di disperati, che non possiede nulla e tanto meno un futuro. Anche nelle comunidades, ci sono zone e zone, quartieri e quartieri. Nei più belli vivono persone che hanno un lavoro e una vita normale, ma semplicemente non riescono a permettersi gli affitti astronomici dei quartieri eleganti. La stessa tipologia di popolazione è quella che apre e ha aperto pousadas e bed & breakfast, in cui anche durante i Mondiali una camera costa circa 100 euro, prima colazione per due compresa.