Allarme nuove tasse. Ecco l’ultima nube che incombe sul turismo incoming tricolore. A lanciare l’allarme, come riporta Il Sole 24 Ore, è la società di consulenza Jfc. La società di Faenza, infatti, stima che – se venisse introdotta la cosiddetta tassa sui viaggiatori – i turisti dovrebbero sborsare nel 2015 fino a 730 milioni di euro; un bel po’ in più rispetto ai 465 milioni stimati nel 2014 che comprendevano soprattutto la tassa di soggiorno, i ticket sui bus turistici e la tassa di sbarco. Salgono a mille, poi, i comuni che adottano la famigerata tassa di soggiorno: erano 649 l’anno scorso. Anche il ministro del Turismo, Dario Franceschini, ha parlato in merito della tassa di soggiorno, affermando che “Parlamento e governo dovranno fare insieme un ragionamento di modifica legislativa”.
Ora lo spettro è la tassa sui viaggiatori. “Non bastavano la tassa di soggiorno ed un’Iva sul turismo oltre la media europea: adesso si pensa anche ad istituire una tassa sui viaggiatori. Un’imposta dannosa e intempestiva, che non risolverà i problemi di bilancio degli enti locali e penalizzerà ancora di più i viaggiatori italiani e stranieri, proprio nel momento in cui si materializzano le prime speranze di ripresa per il settore turistico. A questo punto mi chiedo quanto ci vorrà prima che si inventino anche una ‘tassa di uscita’ sui turisti, da applicare nel momento in cui lasciano l’Italia”: commenta così Claudio Albonetti, Presidente di Assoturismo Confesercenti, sulla proposta ANCI di istituire un nuovo tributo locale a carico dei viaggiatori che arrivano negli aeroporti o nei porti situati nel territorio delle nascenti città metropolitane. “In Italia – continua Albonetti – il turista è perseguitato dalle gabelle locali. Oltre alla già citata tassa di soggiorno, che a Roma ha raggiunto già otto euro, esistono imposte sui traghetti, sui bus turistici e sull’ingresso in alcuni centri storici. Complessivamente, se includiamo il prelievo IVA sulle prestazioni turistiche, il fisco italiano pesa per circa 2,5 miliardi di euro ogni anno sui viaggiatori. Una vera stangata, e di questo gettito al turismo arriva poco o niente… Il turismo vale circa il 10% del nostro Pil ed è uno dei più efficaci volani di sviluppo economico per i territori; ma se usiamo i turisti per fare cassa, rischiamo di indebolire l’appeal italiano ed allontanare i viaggiatori. Oltre a sprecare un’occasione storica: tra l’Expo e l’apertura del Giubileo, il 2015 potrebbe davvero essere l’anno della ripresa del turismo. Ma una ripresa da sostenere, non da soffocare”.