Non tutti la pensano come Matteo Salvini. Non per tutti i profughi rovinano il turismo e il business. In alcuni casi, lo creano. Lo sostiene Giancarlo Pari, per tutti Caco, proprietario e gestore di un tre stelle in zona colonie a Igea Marina, non lontano da Rimini. Come riportano alcuni giornali locali, “Caco” ha ospitato profughi da inizio inverno fino alla fine di maggio e giura di preferirli ai turisti che li hanno seguiti. Quelli che soggiornano all’hotel Gelso, infatti, sono pochi e quelli che si trovano fuori, perché attirati dai locali vicini, sono spesso ubriachi e molesti. Niente a che vedere con i “bravi ragazzi” che ha ospitato lui, che ancora adesso vengono a trovarlo in bici.
Aspetto umano a parte, poi c’è quello economico, comunque non trascurabile per un imprenditore: “con i profughi arrivavo a fatturare fino a 45 mila euro al mese”. Un incasso stellare al quale l’albergatore conta di ritornare dalla fine di ottobre, quando spera di dare l’addio ai turisti e, di nuovo, il benvenuto ai profughi.