Il Veneto riorganizza il settore turismo e vara una cabina di regia che, come ha spiegato l’assessore regionale Federico Caner in sede di presentazione, inaugura “un percorso condiviso con tutti gli operatori e i territori per esaminare potenzialità, problemi e criticità della prima industria della regione, che fattura 17 miliardi di euro e conta oltre 65 milioni di presenze, e fare così il tagliando ala legge quadro di settore, a due anni dalla sua approvazione”.
La regione viene da una stagione con il segno positivo ma, ha aggiunto Caner, se si vuole assicurare continuità e sviluppo alla capacità attrattiva del Veneto e delle sue diverse aree turistiche si devono individuare insieme priorità e linee strategiche di intervento. “Le risorse regionali disponibili per la promozione sono calate in dieci anni da 37 a meno di 5 milioni”.
La‘cabina di regìa vedrà la convocazione a fine gennaio di sette tavoli provinciali, ai quali siederanno tutti i soggetti coinvolti, dalle rappresentanze degli operatori economici agli enti locali. Il ‘ruolino di marcia’ prevede a fine febbraio la condivisione in una piattaforma web (monitorata dal Centro studi Sintesi) di tutti i contributi raccolti e la loro elaborazione in proposte e valutazioni. Contenuti che saranno poi nuovamente sottoposti ai tavoli provinciali per fare sintesi e individuare concretamente dove intervenire, cosa promuovere, come spendere le risorse pubbliche e quali progetti di sinergia attivare.
“E’ evidente che in un quadro di crescente ristrettezza del portafoglio pubblico – sottolinea Caner – dobbiamo selezionare dove e come investire e attivare tutte le collaborazioni possibili per una programmazione comune. Penso all’impiego dei fondi europei (nella programmazione Por-Fesr 2014-2020 ci sono 42 milioni di euro destinabili a interventi turistici), agli investimenti promozionali delle associazioni di categoria e delle Camere di commercio, alle iniziative dei consorzi e degli enti locali”.
Il turismo, quindi, come politica integrata e ‘interdisciplinare’ per conservare il primato del Veneto – prima regione turistica d’Italia per numero di presenze e di arrivi – e per non perdere le opportunità che l’Europa offre: agenda digitale, promozione agroalimentare, sostegni all’imprenditoria giovanile e innovativa, progetti di promozione e sviluppo del turismo ‘slow’.
“E’ passato il tempo dei contributi a pioggia e della promozione individuale e a volte addirittura concorrenziale – conclude Caner – Se vogliamo che il Veneto resti in cima alla classifica nelle mete turistiche nazionali e internazionali, dobbiamo agire insieme sotto un unico ‘brand’ e orientare i flussi turistici verso le tante eccellenze e singolarità della nostra terra: non solo Venezia e il Garda, ma anche le Dolomiti, il mare e la laguna, i parchi e le città d’arte, i colli e le ville, gli itinerari del turismo religioso e l’ospitalità agreste”.