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Wedding tourism: ecco le richieste degli stranieri per nozze made in ItalyERT

Gli anglofoni aspirano a trasformare il proprio matrimonio in un grande party, scandinavi e tedeschi ricercano un evento minimal ed elegante mentre dai libanesi nel 2018 è la Capitale la location più richiesta. Quali sono le motivazioni di queste scelte? Usi, gusti o comodità, sono tante le esigenze di cui tener conto per definire un rito nuziale, ancor più se celebrato su territorio italiano da una coppia di stranieri. Dal 2014 la BMII, Borsa del Matrimonio in Italia, è il miglior osservatorio del fenomeno del wedding tourism per operatori italiani e internazionali – un mercato che, secondo un’indagine della società di consulenza turistica e marketing territoriale JFC, solo nel 2017 ha generato un fatturato di 385 milioni e 830mila euro –, intercettando la richiesta del mercato e offrendo un’occasione di incontro e confronto tra buyer e seller per stabilire relazioni, accordi e trattative.

La prossima edizione, in programma l’1 e il 2 febbraio 2019 presso “La Nuvola” di Roma, sta già raccogliendo interesse e partecipazione di buyer provenienti da tutto il mondo: le maggiori richieste sono di buyer di Stati Uniti (15%), Regno Unito (13%), Brasile (10%) e Germania (8%), seguiti da Libano e Canada (7%).

L’organizzazione del matrimonio di stranieri solitamente è affidata a wedding planner o agenzie di incoming, ormai partner stabili per le imprese italiane specializzate in questi settori, che devono accontentare le richieste dei propri clienti contando sulla collaborazione di fornitori locali altamente qualificati e competenti. Quali le location preferite? Se località come Venezia o la Costiera Amalfitana hanno sempre il loro fascino, componente importante per il successo di una location è la vicinanza ad aeroporti, con collegamenti efficaci e frequenti. “Roma è una delle mete elette dagli sposi libanesi per la sua bellezza e la sua comodità” –  spiega Micheline Diab, wedding planner libanese, fondatrice di Giritaly e ospite della BMII come buyer nel 2018. “Ogni giorno ci sono due voli che collegano la capitale italiana a Beirut: con tre ore si arriva facilmente dal Libano e si è pronti a festeggiare, in più la città ha una posizione centrale e facilmente raggiungibile anche da ospiti, parenti e amici, provenienti dall’area europea e mediterranea”.

Se la gestione di nozze di sposi provenienti dall’India è fra le più complicate (con eventi sfarzosi stile Bollywood che coinvolgono 600 persone e richiedono esclusivamente la presentazione di cibo indiano), più facile è per i fornitori italiani intercettare e soddisfare le richieste dei libanesi che “optano per ricette italianesia per il menù del ricevimento sia per l’evento che precede il matrimonio, la sera prima, con aperitivo di accoglienza made in Italy epizza party”. Sì a specialità tricolore anche per gli europei, abituati a gustare i piatti del Belpaese ma con grande attenzione: “gli irlandesi richiedono che vengano serviti loro ottimi prodotti italiani, di alta qualità comprovata, ma che contengano anche un fattore di familiarità” sottolinea Paola Shanahan di Irish Weddings In Italy, buyer della BMII nelle ultime due edizioni. “È importante per i miei clienti che, ad arrivare in tavola, sia una ricetta italiana ma riconoscibile, come lasagna, ravioli o tagliatelle, oppure che contenga una materia prima già nota ai loro palati come, ad esempio, il filetto di manzo. Per provare specialità regionali o piatti tipici dello stivale c’è tempo nei giorni di intrattenimento che precedono e seguono il matrimonio, per un’esperienza made in Italy di totale immersione”.

Se il buon cibo è (quasi) dato per scontato in Italia, una cosa a cui non possono certo rinunciare gli sposi irlandesi ma anche statunitensi, inglesi, canadesi o australiani è la buona musica: “ogni coppia presenta una selezione di brani che i musicisti incaricati devono saper eseguire alla perfezione, accontentando anche le richieste più disparate che possono nascere spontaneamente durante il ricevimento” – continua Paola Shanahan. “Niente deve andare storto ed è richiesta altissima professionalità: per i clienti anglofoni il matrimonio è l’occasione per fare una festa perfetta, un grande party musicale che prosegue sempre fino alle prime ore del mattino”.  Ma qual è la playlist scelta per nozze straniere in Italia? Ognuno, ovviamente, ha le sue preferenze legate al Paese di origine e ai gusti. Se nella maggior parte dei casi la colonna sonora è composta dai grandi successi di artisti internazionali, accade sempre più frequentemente anche di ascoltare classici della musica italiana come ‘Nel blu dipinto di blu’ di Domenico Modugno: “mi è capitato spesso di eseguire su richiesta i brani più conosciuti e cantati della nostra tradizione”– racconta Riccardo Vinciguerra, direttore artistico di Music Wedding in Rome e seller della BMII. “Se però parliamo di nozze tra tedeschi il repertorio più richiesto è senza dubbio quello classico. I matrimoni di sposi provenienti dal Nord Europa, Germania e Paesi scandinavi, si caratterizzano sempre per la loro estrema eleganza e l’indicazione è per brani di musica classica eseguiti soprattutto con arpa e violino”. Il preferito? Come per molti italiani, “il canone di Pachelbel, talvolta scelto sia per l’entrata sia per l’uscita degli sposi”.