Dopo la notizia dell’arrivo di Amazon Pay in Italia sono apparsi online diversi commenti che equivocavano l’esordio del nuovo strumento di pagamento con l’avvento della vendita di voli da parte della società di Jeff Bezos, complice qualche titolo impreciso della stampa di settore.
In realtà Amazon Pay è uno strumento del tutto simile a Paypal, Apple Pay o Google Wallet, candidato a diffondersi rapidamente come sistema di pagamento digitale alternativo all’uso della carta di credito in chiaro. Per questo è molto interessante per chi vende o venderà viaggi online.
Appurato che Amazon almeno per ora non venderà voli, una cosa che non tutti sanno è che il colosso americano sta allestendo una flotta di 40 aerei e a febbraio scorso ha scelto di investire 1,5 miliardi di dollari per costruire il suo hub a Cincinnati, nel Kentucky, come raccontato da Bloomberg a questo link.
I primi 12 aerei, che ovviamente sono cargo e non passeggeri, sono già in funzione grazie ad accordi di leasing con Atlas Air e Air Transport Service Group che hanno adattato i propri velivoli alla nuova livrea Amazon Prime Air, brand con cui Amazon ha battezzato anche il servizio di droni per le consegne di prossimità.
L’obiettivo di Amazon, in prospettiva, è quello di creare una logistica sempre più indipendente, che prevede anche proprie navi e la propria piattaforma di corrieri, Amazon Logistics, una vera e propria Uber dei padroncini.
Per cui oggi nei piani di Amazon non c’è il progetto di trasportare persone, ma una volta che avrà tutti gli asset necessari potrebbe metterci davvero poco a passare dai cargo ai voli di linea e, magari, dallo shipment alle crociere.