Gli hotel di Milano dichiarano guerra ad Airbnb. Come riferisce Wired, gli albergatori milanesi riuniti in Apam, l’associazione provinciale di categoria, chiedono di fissare dei limiti ai cosiddetti short-term rental, gli affitti brevi turistici, e di introdurre un registro delle case, sul modello delle regolamentazioni restrittive che sono state recentemente adottate in altre grandi città Europee, come Berlino.
La discesa in campo degli albergatori milanesi è legata alla grande crescita dei flussi turistici registrati a Milano nel 2015, sulla scia di Expo, che ha premiato gli hotel con un +18% di occupazione delle camere nel 2015. Ma, al tempo, stesso, proprio dallo scorso anno Airbnb è diventata un temibile rivale, contribuendo per 229 milioni di euro all’indotto di Milano, secondo uno studio commissionato da Airbnb alla società di analisi Sociometrica. I 9.600 host presenti in città hanno ospitato 465mila persone, che hanno soggiornato in media 3,2 notti; ogni host in un anno ha guadagnato in media 2.700 euro. E il 74% dei turisti l’anno scorso ha usato Airbnb per prenotare un alloggio durante Expo, con una tariffa media di 93 euro.
Gli albergatori milanesi chiedono quindi a Regione Lombardia di creare un registro pubblico delle abitazioni destinate ad affitti brevi, istituire controlli sul rispetto delle norme di sicurezza, pubblicizzare sui siti di prenotazione la presenza del registro e l’obbligo di iscrizione. Un po’ come già accade a Parigi, Amsterdam, Berlino e Barcellona, come emerge dall’analisi comparata effettuata da Wired. Ad Amsterdam, per esempio, gli short-term rental, detti short stay, sono ammessi solo da un minimo di 7 giorni a un massimo di 6 mesi, e spetta al Comune rilasciare la licenza di casa vacanza, dietro pagamento, che consente di esercitare l’attività contingentandola al 10% degli appartamenti privati con rendita mensile superiore ai 710 euro. Nella capitale tedesca oltre alla licenza il Comune ha imposto che i prezzi non possano superare del 10% le locazioni delle altre case della stessa zona, prevedendo identici obblighi tra gli affitti con host a senza host, polizza assicurativa a copertura dei costi, e severe multe ai locatari trasgressori. A Parigi, invece, è arrivata la regola della compensazione: per ogni appartamento destinato allo short-term rental (massimo 4 mesi), uno di medesime dimensioni nello stesso quartiere deve essere destinato solo alla locazione lunga.